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Innovazione Organizzativa, Lean, Teal, e oltre

Una riflessione sui concetti, e sul come ed il perché questi termini siano connessi. A cura di Daniela Gamberini, Consulente Senior Divisione Organizzazione PRAXI Bologna.


Cosa intendiamo per Innovazione? Qualcosa di nuovo e diverso, quindi per sua natura rischioso, sconosciuto, da sperimentare. Quindi innovare significa lavorare per approdare ad un nuovo paradigma statico, un modello “sicuro” a cui uniformarsi? Attraversare il deserto, per poi rimettersi tranquilli?

No, non più. La sperimentazione è la nuova normalità, le certezze durano sempre meno. C’è e continuerà ad esserci maggiore fluidità, incertezza, cambiamenti improvvisi, diversità. Illudersi di governare tutto è, appunto, un’illusione.

Circoscrivendo il tema alle organizzazioni, un prerequisito per qualsiasi forma di innovazione, che agisca da elemento catalizzatore e facilitante, è quindi sviluppare sensori. Metodi, strumenti e situazioni, da un punto di vista sia umano che tecnologico, dal “semplice” ascolto a sistemi più complessi, affinché le organizzazioni possano:

  1. Essere permeabili - e consapevoli - rispetto a ciò che accade nelle persone, nei gruppi, nelle organizzazioni, fino al pianeta, perché tutto ci riguarda;
  2. Adattarsi continuamente, per il maggior bene possibile. Non solo individuale, o del prossimo obiettivo finanziario. Per raggiungere “lo Scopo”, e ne parliamo fra poco.

In “Un’etica per la politica” Bertrand Russell1 scriveva che il compito di un politico è perseguire il massimo bene possibile per il maggior numero possibile di persone: questo dovrebbe essere, almeno in parte, anche lo scopo di ogni organizzazione. E oggi, per farlo, è più importante essere in grado di percepire a 360° la realtà in continuo mutamento - e adattarsi di conseguenza - rispetto ad avere una strategia quinquennale definita al vertice.

E qui veniamo ai concetti di organizzazione Lean e Teal, entrambe filosofie, più che modelli.

Lean è il sistema organizzativo “incubato” in Toyota, con parecchi innesti dall’Occidente, negli anni ’50 - ‘80 del secolo scorso, e da lì diffuso poi ovunque, sia geograficamente che come settore (dall’automotive è approdato anche negli ospedali, per esempio). Chi ne ha conoscenza superficiale pensa ad un sistema “hard” per fare efficienza in produzione.

Teal organization è il termine che comunemente identifica le organizzazioni che incorporano pratiche di gestione rivoluzionarie, innovative, che vanno oltre le piramidi gerarchiche. Questo tipo di organizzazioni si sta diffondendo negli ultimi 10-15 anni circa, e si fonda su concetti come Scopo, Pienezza, Auto-organizzazione. Chi ne ha conoscenza superficiale pensa ad un sistema “soft” per l’ufficio HR.

Il concetto di organizzazione Lean si è diffuso molto di più come insieme di strumenti da innestare nei paradigmi esistenti che come innovazione organizzativa, ma in realtà - e lo dice Jim Womack2, fondatore del Lean Enterprise Institute - da un punto di vista di distribuzione del potere, della conoscenza e della responsabilità è molto più rivoluzionario di quanto si sia voluto recepire. Pur rimanendo circoscritto al sistema tradizionale, sollecita importanti cambi di comportamento che vanno ben oltre la componente “hard”.

Allo stesso modo, il concetto di organizzazione Teal non riguarda soltanto l’ambito HR, ma rappresenta una rivoluzione dell’intera organizzazione. Parliamo di trasparenza totale e potere decisionale veramente diffuso, anche, ad esempio, nella scelta di utilizzare un servizio interno o terziarizzarlo, di orari di lavoro, di strumenti. Parliamo anche di cariche elettive, di Leader che devono rispondere ai propri collaboratori, o di assenza di Leader, che significa leadership davvero diffusa. È un sistema ampio, complesso, articolato, mutevole. Un contenitore da riempire, che però non può prescindere da uno Scopo.

Per concludere, il Lean management va ben oltre la parte “Hard”, e il Teal management va molto oltre la parte “Soft”. Probabilmente non avrebbe nemmeno più senso la distinzione Hard/Soft, e dovremmo guardare al Lean come un potentissimo viatico verso l’organizzazione Teal, che responsabilizza ogni singolo, valorizza l’Umanità, tiene conto dell’interezza. Prendiamo “l’ossessione” del mondo Lean per il Valore, e allarghiamo questo Valore a tutti, non solo il Cliente: per farlo, dobbiamo necessariamente mettere in discussione sistemi, totem e tabù consolidati, parlare di Scopo e pienezza. Ed ecco il Teal.

E a proposito di sprechi: possiamo permetterci di non usare l’intelligenza collettiva? Non è il peggiore spreco possibile? L’Innovazione risiede in questo: accettare e attrezzarci per affrontare insieme una quotidianità di eventi imprevedibili, sperimentazioni, errori, apprendimento, confronto, diversità, azione individuale e di gruppo, verso uno Scopo condiviso che ci scaldi il cuore, e migliori il mondo.


1 Bertrand Russel, Un'etica per la politica (Human Society in Ethics and Politics), Edizioni Laterza, 1954
2 Jim Womack, Lean European Summit, Venezia Novembre 2017