La vita è un gioco infinito

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A cura di
Salvatore Maria Ilario Fichera, PRAXI Formazione
Andaf Magazine - Coaching in Pillole
8 aprile 2025
  • Risorse Umane
  • Formazione
  • Articolo

Sono le 9:00 e Anna accende il computer. Anna non si con­sidera una semplice analista dati: è una detective che sta per iniziare una nuova indagine. Il caso di oggi è un report sul­le vendite. Sulla scena del crimine c’è un misterioso calo delle transazioni online. Ha bisogno di raccogliere delle pro­ve, l’indagine ha inizio!
Al piano di sopra, Marco, responsabile ciclo passivo, ha una sfilza di fatture fornitore da imputare sul conto corrente. Si sfida a completarne il maggior numero in un’ora. Il suo record? Ventiquattro fatture.
E poi c’è Lucia, specialista del customer service. Per lei ogni cliente insoddisfatto è come il boss di un videogioco, ma non lo affronta con una spada e uno scudo, perché le sue abilità sono l’ascolto attivo e la gestione dei reclami. Vin­ce solo se riesce a strappargli un sorriso.

Cosa hanno in comune Anna, Marco e Lucia? Hanno trova­to il modo di rendere il proprio lavoro giocoso. È quello che in letteratura si chiama Playful Work Design (PWD), ossia la capacità di ottimizzare la propria esperienza lavorativa in modo che diventi più piacevole attraverso il gioco.

Quando giochiamo il nostro cervello rilascia dopamina, il neurotrasmettitore del piacere e della motivazione. Tra­sformando le attività lavorative in esperienze ludiche atti­viamo gli stessi meccanismi che ci tengono incollati a un buon libro o a un videogioco. Ma perché il PWD funziona così bene? Perché il gioco è la nostra prima forma di ap­prendimento. Da bambini impariamo giocando. Questa ca­pacità non scompare con l’età adulta, semplicemente ten­diamo a dimenticarla.

È un processo che innesca lo stato di flow. Il flow si verifi­ca quando affrontiamo una sfida che bilancia difficoltà e competenze mantenendoci concentrati, motivati e produt­tivi. Quando riusciamo a trasformare il lavoro in un gioco il tempo sembra scorrere più velocemente, la fatica si ridu­ce e il senso di soddisfazione aumenta.

Le modalità con cui possiamo “gamificare” il nostro lavo­ro sono due:

  1. Aggiungendo una componente di “divertimento”, con l’u­so della fantasia e dell’umorismo (es. Anna che si finge una detective e Lucia che vuole strappare un sorriso ai clienti).
  2. Aggiungendo una componente di “competizione”, per mettere alla prova le nostre abilità (es. Marco che si sfi­da a battere il suo record di fatture elettroniche).

La cosa straordinaria è che questo approccio si adatta a qual­siasi lavoro, perché non modifichiamo l’attività in sé ma il modo in cui la viviamo. È un processo mentale che chiun­que può mettere in pratica.

Prendi carta e penna e segui questa guida in quattro passaggi:

  1. Acquisisci consapevolezza. Il nostro cervello è natural­mente portato a cercare gratificazione e benessere. Pro­babilmente stai già applicando una forma di PWD sen­za accorgertene. Fermati un attimo e chiediti: «In che modo sto rendendo il mio lavoro più divertente o sfidante?». Magari cerchi di finire un compito in un tempo record o crei piccole routine gratificanti.
  2. Trova il tuo stile. Osserva gli schemi ricorrenti nel tuo approccio al lavoro e fanne il tuo punto di forza. Ti piac­ciono le storie? Trasforma le tue attività in un’avventu­ra, assegnati un ruolo o immagina una missione da com­pletare. Ti motivano le sfide? Imposta obiettivi persona­li, crea un sistema di punteggio e gareggia con te stesso. Ami socializzare? Coinvolgi i colleghi in sfide amiche­voli o attività condivise.
  3. Alza l’asticella. Individua le attività che trovi più noiose o pesanti: rispondere alle e-mail, archiviare documenti, ge­stire le chiamate dei clienti? Proprio queste sono le occa­sioni migliori per sperimentare nuove strategie ludiche. Sfrutta il tuo stile per dare loro una nuova interpretazione.
  4. Confrontati. Osserva come lavorano i tuoi colleghi e scam­bia idee con loro. Il confronto è una fonte preziosa di ispi­razione e può portare a soluzioni sorprendenti. Ad esempio, un team di customer service mi ha raccontato che si diver­te a dare nomi fantasiosi ai clienti più esigenti e a premiare chi gestisce la chiamata più difficile con un buon caffè. Piccoli cambiamenti come questi possono fare la differenza nel rendere il lavoro più leggero e coinvolgente per tutti.

Concludo condividendo alcuni spunti tratti dalla mia espe­rienza di lnstructional Designer, un ruolo che mi spinge a progettare attività formative innovative e coinvolgenti.

  • Divertimento. Integro le mie passioni nella formazione. Ad esempio, nei corsi utilizzo spezzoni delle mie serie TV preferite, come Camera Café o The Big Bang Theory, per rendere i concetti più immediati e divertenti. Oppure, adat­to le meccaniche dei giochi da tavolo in esercizi di forma­zione. C’è una passione che potresti portare nel tuo lavoro?
  • Competizione. Quando ho un progetto da completare, im­posto una sfida personale: metto le cuffie, scelgo una play­list e provo a finire il lavoro entro un tempo stabilito. Que­sto approccio trasforma il compito in un gioco e mi aiuta a restare concentrato. Chissà che la musica non diventi un booster di produttività anche per te!

Adesso è il tuo turno. Trova il modo di gamificare il lavo­ro, divertiti e fai divertire i tuoi collaboratori e colleghi.

 

Andaf Magazine – Aprile 2025

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A cura di
Salvatore Maria Ilario Fichera, PRAXI Formazione
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8 aprile 2025
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