Sono le 9:00 e Anna accende il computer. Anna non si considera una semplice analista dati: è una detective che sta per iniziare una nuova indagine. Il caso di oggi è un report sulle vendite. Sulla scena del crimine c’è un misterioso calo delle transazioni online. Ha bisogno di raccogliere delle prove, l’indagine ha inizio!
Al piano di sopra, Marco, responsabile ciclo passivo, ha una sfilza di fatture fornitore da imputare sul conto corrente. Si sfida a completarne il maggior numero in un’ora. Il suo record? Ventiquattro fatture.
E poi c’è Lucia, specialista del customer service. Per lei ogni cliente insoddisfatto è come il boss di un videogioco, ma non lo affronta con una spada e uno scudo, perché le sue abilità sono l’ascolto attivo e la gestione dei reclami. Vince solo se riesce a strappargli un sorriso.
Cosa hanno in comune Anna, Marco e Lucia? Hanno trovato il modo di rendere il proprio lavoro giocoso. È quello che in letteratura si chiama Playful Work Design (PWD), ossia la capacità di ottimizzare la propria esperienza lavorativa in modo che diventi più piacevole attraverso il gioco.
Quando giochiamo il nostro cervello rilascia dopamina, il neurotrasmettitore del piacere e della motivazione. Trasformando le attività lavorative in esperienze ludiche attiviamo gli stessi meccanismi che ci tengono incollati a un buon libro o a un videogioco. Ma perché il PWD funziona così bene? Perché il gioco è la nostra prima forma di apprendimento. Da bambini impariamo giocando. Questa capacità non scompare con l’età adulta, semplicemente tendiamo a dimenticarla.
È un processo che innesca lo stato di flow. Il flow si verifica quando affrontiamo una sfida che bilancia difficoltà e competenze mantenendoci concentrati, motivati e produttivi. Quando riusciamo a trasformare il lavoro in un gioco il tempo sembra scorrere più velocemente, la fatica si riduce e il senso di soddisfazione aumenta.
Le modalità con cui possiamo “gamificare” il nostro lavoro sono due:
- Aggiungendo una componente di “divertimento”, con l’uso della fantasia e dell’umorismo (es. Anna che si finge una detective e Lucia che vuole strappare un sorriso ai clienti).
- Aggiungendo una componente di “competizione”, per mettere alla prova le nostre abilità (es. Marco che si sfida a battere il suo record di fatture elettroniche).
La cosa straordinaria è che questo approccio si adatta a qualsiasi lavoro, perché non modifichiamo l’attività in sé ma il modo in cui la viviamo. È un processo mentale che chiunque può mettere in pratica.
Prendi carta e penna e segui questa guida in quattro passaggi:
- Acquisisci consapevolezza. Il nostro cervello è naturalmente portato a cercare gratificazione e benessere. Probabilmente stai già applicando una forma di PWD senza accorgertene. Fermati un attimo e chiediti: «In che modo sto rendendo il mio lavoro più divertente o sfidante?». Magari cerchi di finire un compito in un tempo record o crei piccole routine gratificanti.
- Trova il tuo stile. Osserva gli schemi ricorrenti nel tuo approccio al lavoro e fanne il tuo punto di forza. Ti piacciono le storie? Trasforma le tue attività in un’avventura, assegnati un ruolo o immagina una missione da completare. Ti motivano le sfide? Imposta obiettivi personali, crea un sistema di punteggio e gareggia con te stesso. Ami socializzare? Coinvolgi i colleghi in sfide amichevoli o attività condivise.
- Alza l’asticella. Individua le attività che trovi più noiose o pesanti: rispondere alle e-mail, archiviare documenti, gestire le chiamate dei clienti? Proprio queste sono le occasioni migliori per sperimentare nuove strategie ludiche. Sfrutta il tuo stile per dare loro una nuova interpretazione.
- Confrontati. Osserva come lavorano i tuoi colleghi e scambia idee con loro. Il confronto è una fonte preziosa di ispirazione e può portare a soluzioni sorprendenti. Ad esempio, un team di customer service mi ha raccontato che si diverte a dare nomi fantasiosi ai clienti più esigenti e a premiare chi gestisce la chiamata più difficile con un buon caffè. Piccoli cambiamenti come questi possono fare la differenza nel rendere il lavoro più leggero e coinvolgente per tutti.
Concludo condividendo alcuni spunti tratti dalla mia esperienza di lnstructional Designer, un ruolo che mi spinge a progettare attività formative innovative e coinvolgenti.
- Divertimento. Integro le mie passioni nella formazione. Ad esempio, nei corsi utilizzo spezzoni delle mie serie TV preferite, come Camera Café o The Big Bang Theory, per rendere i concetti più immediati e divertenti. Oppure, adatto le meccaniche dei giochi da tavolo in esercizi di formazione. C’è una passione che potresti portare nel tuo lavoro?
- Competizione. Quando ho un progetto da completare, imposto una sfida personale: metto le cuffie, scelgo una playlist e provo a finire il lavoro entro un tempo stabilito. Questo approccio trasforma il compito in un gioco e mi aiuta a restare concentrato. Chissà che la musica non diventi un booster di produttività anche per te!
Adesso è il tuo turno. Trova il modo di gamificare il lavoro, divertiti e fai divertire i tuoi collaboratori e colleghi.
Andaf Magazine – Aprile 2025